UN MODO ANTICO DI ANDARE IN MONTAGNA
Tre cime sopra i duemila, un bosco verde con radure erbose ,una valle con fiori profumati e tante tante creste dalle viste lontane e vicine ; questa la sintesi dell’ escursione di Venerdì 13 Giugno verso Punta Uccettu , Cima Zis e Monte Morrone raggiunti da Corvaro con un percorso in cresta dopo l’ avvicinamento dalle Valle dell’Asina .
Itinerario forse faticoso ma non volto alla ricerca della performance fisica bensì volto alla ricerca di un modo antico di andare in montagna lontano dall’ overtourism e dalla gente che consuma i sassi dei sentieri più alla moda.
Il modo di andare per monti nasce nell’ animo e dalla propria cultura della montagna: esiste ancora un modo di avvicinarsi al bosco , alla radura e alla roccia lontano dal cronometro o dalla palestra di arrampicata dove conta la velocità e il gesto tecnico ripetuto come solo manifestazione di atletismo da pubblicizzare sui social?
Venerdì abbiamo avuto la conferma che esiste ancora un modo di andare in montagna per entrare in sintonia con esse e con la bellezza nel silenzio dei panorami, in armonia con l’ambiente e cogliendone emozioni sincere. Questo modo di andare in montagna non ha nulla che vedere con i social e i medium, è una maniera discreta da consumare e degustare in pochi come il vino di annata .
Che c’è di più bello che andarsene per creste e insellature pervasi da una sensazione di leggerezza verso
l’essenziale tralasciando il superfluo, le creste sono così… tralasciano il superfluo, diventano cime semplicemente e spontaneamente come il nostro percorso che da fisico si trasforma e diventa interiore nell’avvicinamento alle montagne.
I percorsi di cresta non ci lasciano mai soli e nemmeno questo lo ha fatto poiché popolato dai segni e dalle presenze di chi ci ha preceduto e ha calpestato quei sentieri prima di noi, dai segni della natura e delle frane, degli alberi, dagli animali e dal tempo.
Abbiamo visto e camminato in compagnia dei segni lasciati dal tempo remoto: dei ghiacci che si sono sciolti e hanno lasciato le morene con le nascoste valli glaciali , i massi erratici , le profonde crepe delle rocce erose dagli agenti atmosferici e ancora camminato con i piccoli segni del presente di qualche animale, del raro escursionista o pastore errante che si è attardato alla vista del lago della Duchessa , ricordo di ben altri splendori, seguendo con lo sguardo i grifoni nuovi abitanti di queste montagne.
Escursione da ricordare e da consigliare a chi subisce il fascino delle creste, degli ampi panorami e vuol godere di viste mozzafiato nel silenzio e nella natura.
Buone Creste e Buona montagna a tutti .
Testo G.U.
Foto Arnaldo Pilotti